Zar di Russia. Figlio di Pietro III e di Caterina II, entrò presto in
contrasto con la zarina sua madre, che aveva rifiutato di cedergli il trono al
raggiungimento della maggiore età e che addirittura gli sottrasse i figli
per educarli personalmente. Prendendo atto della rottura insanabile dei loro
rapporti,
P. si trasferì nel 1781 a Gatčina, con la moglie,
fino a quando nel 1796 fu incoronato. Molte delle decisioni adottate dal nuovo
zar si connotarono come ripudio della politica di Caterina. Ammiratore del
modello prussiano, riformò l'esercito in riferimento ad esso e,
parallelamente, cercò di riorganizzare lo Stato in senso centralista. A
parte ciò, egli non riuscì ad esprimere un progetto politico
coerente, anche se il suo breve Regno si caratterizzò per tendenze
autocratiche e tiranniche. Operò alcune restrizioni rispetto ai privilegi
dei nobili, ma distribuì loro una parte delle terre demaniali;
diminuì i turni di
corveès imposti ai contadini, ma ridusse
molti di loro allo stato di servi della gleba; protesse la Chiesa ortodossa, ma
favorì anche quella cattolica. Parimenti ambigua fu la sua politica
estera: conciliante con la Francia rivoluzionaria, prese parte alla seconda
coalizione antifrancese quando Napoleone occupò Malta; più tardi,
nonostante la conquista delle isole Ionie e le vittoriose campagne del suo
generale Suvorov in Italia settentrionale, ritornò a una posizione di
neutralità e cercò di intavolare trattative per un'alleanza con
Napoleone in funzione antinglese. Il suo Governo terroristico e inefficiente
rafforzò rapidamente il partito dei suoi detrattori e nel 1801
P.
fu vittima di una congiura, guidata dagli ufficiali della guardia (Pietroburgo
1754-1801).